martedì 8 agosto 2017

SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO?? che cos’è?


L’uomo ogni giorno subisce stress provocati dagli stimoli provenienti o dal suo interno o dall’ambiente esterno. Possiamo considerare lo stress come una “reazione naturale” ed “involontaria” del nostro corpo, che cerca di contrapporsi ai cambiamenti che avvengono durante la sua vita.
Lo stress (questa contrapposizione al cambiamento) avviene perché ogni individuo possiede in se una predisposizione naturale a raggiungere la stabilità interna dei diversi processi chimico-fisiologici; tale stabilita è chiamata Omeostasi.
Quindi quando l’equilibrio Omeostatico si altera, perché viene modificato da fattori esterni o interni all’organismo, entrano in azione dei processi deputati a ristabilirlo.
In una situazione normale, quando finisce l’azione provocata dallo stressor (agente stressante), l’uomo torna a livelli normali (omeostasi) e termina la sua risposta naturale (stress).
Per fortuna molti stressor sono di tipo positivo (eustress) ed hanno una durata limitata nel tempo. I problemi iniziano quando la situazione stressante continua nel tempo, portando l’organismo a riadattarsi (stressarsi) continuamente.
Quando lo stress diventa troppo forte e prosegue per troppo tempo può diventare causa di problemi sia a livello mentale, sia a livello fisico.

Cosa succede quando una persona viene investita da uno stimolo stressante troppo intenso o prolungato nel tempo?
Quando un agente stressante è particolarmente forte o prolungato, da richiedere all’organismo una risposta molto intensa, si può parlare di Sindrome Generale di Adattamento.
Selye nel 1936 fu il primo autore a studiare questo problema, individuando nello stress l’elemento centrale della Sindrome. Il soggetto manifesta vari sintomi che sono provocati dalle risposte messe in campo per cercare di affrontare la situazione (ristabilire l’equilibrio perso).
La Sindrome Generale di Adattamento conduce l’individuo attraverso tre fasi che si susseguono tra di loro:
  1. Fase di allarme: in questa fase l’individuo subisce una situazione stressante particolarmente intensa o prolungata e cerca di difendersi mettendo in campo delle risposte immediate di carattere biochimico e ormonale. L’impatto con l’agente stressante porta il soggetto ad attivare il suo Sistema Nervoso Autonomo ed a modificare le forze difensive di cui dispone; questi cambiamenti hanno come conseguenza la comparsa di sintomi specifici e aspecifici. Tra i sintomi più comuni ci sono: la dilatazione pupillare, l’aumento della sudorazione, l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria.
  2. Fase di resistenza o adattamento: questa fase è collegato alla durata dello stress e si può riassumere nel periodo in cui la persona cerca di ritrovare l’equilibrio perduto, attraverso le modificazioni anatomiche e funzionali. In questa fase l’individuo ha già avuto il contatto con lo stressor, che gli ha provocato dei cambiamenti; tuttavia l’azione dello stressor non è finita (ma continua) ed il soggetto continua a contrastarlo, mettendo in campo continue modificazioni, per cercare di raggiungere l’equilibrio perduto. Generalmente lo sforzo per raggiungere l’equilibrio è intenso e segue un enorme dispendio di energie, in quanto nel resistere allo stress l’organismo consuma risorse fisiche e mentali.
  3. Fase di esaurimento: avviene quando la persona non riesce più a difendersi (riadattarsi per ritrovare l’equilibrio) ma la situazione stressante continua. In questa fase il soggetto va incontro a malattie fisiche e/o psichiche che lo possono condurre alla morte. Questa è la fase dove la persona, ormai priva di risorse, finisce la sua opposizione cedendo alla forza degli stimoli stressanti.
Perché è importante conoscere lo stress e la Sindrome Generale di Adattamento?
A questa domanda rispose Selye molto tempo fa.
Secondo l’autore l’uomo si libera completamente dello stress solo dopo la morte. Contrariamente al pensiero comune le persone non devono (in realtà non possono) evitare lo stress; quello che invece devono fare è di incontrare lo stress in modo efficace, traendone vantaggio ed imparando di più sui suoi meccanismi.
Ogni persona, sempre secondo l’autore, possiede un “serbatoio di energie” che gli serve per fronteggiare gli stimoli esterni. Purtroppo questo “serbatoio” non è illimitato, ma si esaurisce molto presto, soprattutto quando lo stressor è intenso, o quando agiscono contemporaneamente più fattori stressanti, oppure quando l’azione degli agenti stressanti è prolungata nel tempo.

Dott. Emilio PALOZZI - Psicologo

Bibliografia/sitografia
> Appunti di psicologia del lavoro (stress, benessere, clima, salute e sicurezza sul lavoro) - UNGARO Ugo, PIRRO Barbara, – Edizioni Kappa, 2013;
> Nuovo dizionario di psicologia – Doron, Parot, Del Meglio – Borla Editore; 
> Lo stress nei luoghi di lavoro, profili psicologici, giuridici e metodologie di valutazione - CORRADINI Isabella, LAMBERTUCCI Pietro, – Edizioni Themis, quarta edizione 2015;

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